Controcorrente per i tempi in cui viviamo, ossia adagio adagio, ci muoviamo vicino alle sculture esposte in mostra per intuire il messaggio, a volte nascosto, nelle espressioni dei volti, nelle pieghe degli abiti o nelle mani che sembrano muoversi nello spazio per raccontare il sentimento e il pensiero di un artista nel momento in cui crea l’opera d’arte. Visitare una rassegna d’arte con unicamente opere di scultura è un’esperienza molto particolare e richiede allo spettatore la disponibilità a lasciarsi incantare, ad osservare piano e a diventare partecipe di un discorso che lo scultore intende rivelargli come se fossero seduti assieme, su una panca, durante una serena chiacchierata o un’accesa discussione, proiettati in un’altra epoca e luogo. La mostra Incontro e Abbraccio ha un approccio tematico articolandosi in sezioni che sono dirette a provocare riflessioni e pensieri nei visitatori. La bellezza delle opere di tanti autori famosi come Auguste Rodin, Arturo Martini, Vincenzo Gemito, Pietro Canonica, Virgilio Guidi, Marcel Duchamp, Igor Mitoraj, Henry Moore e molti altri scultori del Novecento, diventano l’occasione per fermarsi a riflettere su determinati argomenti: il cammino della vita, la formazione e l’insegnamento dei valori, l’incontro, la relazione, la lontananza, l’attesa, l’azione e la compassione. L’essere umanoche vorremmo incontrare e che appare in mostra rappresentato nelle sculture non è uomo indifferente, ma è vivo e palpitante, attento a tanti suoi simili in attesa di ascolto, di una parola, di un gesto o di uno sguardo. La fragilità umana potrebbe essere uno dei leit motiv dell’esposizione e trova un’esemplare espressione nel Bacio dell’Angelo, opera dell’artista polacco Igor Mitoraj. L’abbraccio silenzioso di due figure, donna e uomo, entrambe mutile degli arti è ricco di sentimenti venati di malinconia: nei volti una tenerezza memore di tempi felici. L’ala rimasta sembra alludere al volo dell’anima che ancorata alla speranza o al ricordo, rimane in grado di resistere alla vita. Il gruppo scultoreo Il figliol prodigo di Arturo Martini condensa nell’abbraccio delle due figure di padre e figlio le emozioni non dette e le lunghe attese dello sperato ritorno. Le superfici estremamente lisce e luminose dei corpi aumentano l’efficacia dello sguardo che si scambiano i due protagonisti e la pesantezza delle pieghe della veste del padre e la leggerezza di quelle del figlio sembrano per contrasto accentuare la gravità del significato dell’incontro. Padri e figli, Madri e figli: amori immensi riempiono lo spazio come nella Mère di Auguste Rodin, dove il movimento della mamma che accosta il bimbo al suo corpo sembra dar forma a quel piccolo essere e con esso, fondendosi insieme, ricostruire la stessa dimensione dello spazio. Ci affascina ora la materia bruna e lucida della scultura che sembra emergere direttamente dalla Terra. Per contrasto, con semplicità, un bacio schiocca sulle gote della bimba nella scultura Amore materno di Luigi Panzeri e la gioia brilla negli occhi della piccola che abbraccia festosa la mamma: un momento eterno che si rinnova e si ripete nella felicità di tante mamme e bimbi di oggi e di un lontano passato che giunge alla notte dei tempi. Forza e solidità nella terracotta rossa di Isa Pizzoni, dove una figura procede a fatica nello spazio. Allieva di Arturo Martini essa offre in questa scultura la sua interpretazione del Cubismo. Quasi trascinata dal vento, in fuga nell’ampio movimento del mantello che sollevandosi la nasconde completamente, la figura femminile di Controvento IV di Aurelio Nordera rende il movimento e la velocità di un’azione. E poi il mito, questo grande narratore di storie che nelle opere Atalanta di Vincenzo Gemito o in Sisifo di Ghanu Gantcheff mostra l’ironia sempre nascosta dietro l’angolo nelle vicende umane: un sorriso che si tinge spesso d’incomprensione o d’amarezza, a volte di stupore. Alfonso Pluchinotta ha sottolineato l’attualità della mitologia che insegna ancora oggi. Pensiamo solo alla fatica di Sisifo che continua a spingere un masso che poi torna indietro e ci riporta con la mente a tante nostre vane fatiche o quelle ali di Icaro che nella scultura di Edward Bruce Douglas (attr.) non si sciolgono al sole, ma troppo pesanti per reggere il volo, schiantano al suolo lo sfortunato sognatore.Consolation dell’artista Antonio Vancellis Puig, l’Abisso di Pietro Canonica, Abrazo di Marta Leòn, La femme en fuite di Nathaniel Neujean declinano in modi originali, diversi e profondi il bisogno di superare il senso della solitudine dell’individuo che cerca nel compagno, nella propria donna o nel figlio la forza di cui ha bisogno per poter vivere in questo mondo. Il dolore, la disperazione, la fuga voluta o desiderata sono suggerite dalle opere come l’ Eneide di Pericle Fazzini o Vietnam di Claudio Trevi. E poi le mani nelle sculture di Rodin, Luc Albert Moreau e George Segal che parlano, ci allontanano, toccano per conoscere o si fondono per cercare le origini dell’amore in un linguaggio apparentemente muto ma invece ricco di echi interiori. Patrizia L. (Ass. Culturale Fabula Viva)
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