Bacio dell’Angelo di Igor MITORAJ
Se potessi scegliermi un angelo, non sarebbe un angelo biondo, perfetto, lucente, sfavillante. Sarebbe quello di Mitoraj: accoglie i visitatori nella prima sala della mostra, è così diverso dai soliti angeli, che non c’è nessuno che passi oltre senza averlo osservato.
Lo vorrei così, il mio angelo: con una sola ala, capace di farmi sentire il suo sostegno anche se non ha più le braccia. un angelo che conosce l’umanità, le imperfezioni, le fatiche della vita. Ma che non ha perso la sua trascendenza, che conosce ancora il cielo, verso cui l’ala lo fa tendere. E che non ha dimenticato l’immanenza della condizione umana, la terra di cui le sue non più braccia e non più gambe gli ricordano il peso. Il suo sguardo è tutto interiore, gli occhi sono socchiusi, lui guarda “dentro”: la forza della sua consolazione sta nel tenere a sé, con infinita dolcezza, la donna che ha accanto, anche lei mutila e ferita. La consolazione si trasforma in protezione, affetto, vicinanza e si riversa nel bacio promesso dal titolo. Romina G.
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