IL VINTO di Alfredo Pina
Mi piace la scultura de Il vinto, di Alfredo Pina. Secondo me il (mio amico) Curatore ha sbagliato a collocarla nella sezione Cammino. Probabilmente lui e molti altri vi vedono la sconfitta dovuta a eventi avversi. Io invece vi vedo una sofferta riflessione su se stesso e l’avrei collocata nella sezione Riflessione. Questo perché nella mostra vi vedo la condizione umana reale, quella che contempla la felicità ma anche il dolore, quella che non si lascia ingannare dai successi e che sa reagire alle avversità. Basta rifletterci sopra. Non ci sono vincitori ma azioni volte a superare se stessi senza la garanzia di riuscirvi, ci sono vette da raggiungere camminando sull’orlo dell’abisso (splendida scultura l’Abisso di Canonica), ci sono scoperte inaspettate, misteri che bisogna rinunciare a risolvere e talvolta anche a capire (l’amore, innanzitutto). Momenti in cui la presenza di un amico fa la differenza, l’incontro che si fa con-divisione, l’abbraccio che non ha bisogno di parole, la carezza che scorre lieve senza trattenere.
E già, la carezza. Quasi senza accorgermene, ho accarezzato più volte la scultura de Il vinto di Pina, quasi che desiderassi inconsciamente che si rialzasse e riprendesse il suo cammino, proprio quello delle sculture che gli sono accanto. E alla fine mi convinco che proprio questo era il messaggio del Curatore: al di là della riflessione che spesso non porta a nulla, bisogna riprendere il cammino, SEMPRE, meglio se incoraggiati, abbracciati e possibilmente accarezzati. Cristina A.
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